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Chemioterapia

La chemioterapia utilizza farmaci particolari detti “antineoplastici”, capaci cioè di uccidere, attraverso
particolari meccanismi, le cellule tumorali. Questo approccio, utilizzato con successo per numerose patologie oncologiche, non ha avuto in passato larga applicazione nel trattamento del tumore prostatico a causa della scarsa efficacia dei vecchi farmaci.
Negli ultimi anni, grazie ai nuovi farmaci, si sono ottenuti considerevoli risultati. La chemioterapia ha trovato un im47 portante ruolo terapeutico se la malattia è diffusa fuori dalla prostata, e quindi è metastatica, e quando la terapia ormonale non è più efficace, e cioè il tumore è diventato resistente
alla castrazione.
L’obiettivo della chemioterapia è ridurre l’estensione della malattia, dei sintomi e migliorare la qualità della vita. I farmaci più comunemente utilizzati sono: docetaxel (Taxotere ®), e cabazitaxel (Jevtana®). Ad oggi il regime di prima scelta prevede l’uso di docetaxel associato a corticosteroidi, somministrato per via endovenosa con cicli da ripetersi generalmente ogni 21 giorni in regime ambulatoriale o di day-Hospital o, in casi selezionati, in ricovero presso strutture specializzate.
Al fallimento della prima linea di trattamento chemioterapico può oggi essere utilizzato un secondo chemioterapico, il cabazitaxel, taxano di nuova generazione, che ha dimostrato la sua efficacia in pazienti diventati resistenti al docetaxel.
Anch’esso prevede una somministrazione per via infusionale ogni 21 giorni.

Possibili effetti collaterali durante la chemioterapia

La chemioterapia utilizzata per il tumore prostatico può causare: nausea, vomito, diarrea, stitichezza, infiammazione del cavo orale.
Questi effetti collaterali possono essere risolti attraverso l’uso di farmaci sintomatici che verranno prescritti dall’oncologo medico. Alcuni trattamenti chemioterapici possono causare formicolii ai piedi e alle mani, che tenderanno a risolversi dopo la fine della chemioterapia. Spesso si verifica la caduta dei capelli parziale o totale (alopecia) reversibile alla fine della terapia. Durante il trattamento chemioterapico può verificarsi un abbassamento del numero dei globuli bianchi, le cellule del sangue deputate alla difesa del sistema
immunitario. Qualora ciò si verificasse, potrebbe comparire febbre, che l’oncologo medico tratterà con paracetamolo ed eventualmente antibiotici e farmaci che stimolano la produzione di globuli bianchi (fattori di crescita). In caso di comparsa di febbre è buona norma avvertire l’oncologo medico e richiedere una visita da parte del medico di famiglia. In questa occasione potrà anche essere necessario effettuare
un prelievo del sangue.
Il trattamento potrebbe anche causare un abbassamento dei valori di globuli rossi con comparsa di anemia talvolta accompagnata da senso di stanchezza e malessere. Anche in questo caso potrebbe rendersi necessario l’uso di farmaci per stimolare la produzione di globuli rossi e, in rari casi, di trasfusioni. Infine, il trattamento può causare un abbassamento dei valori di piastrine che potrebbe rendersi evidente
con la comparsa di emorragie di lieve o modesta entità (sanguinamento delle gengive, del naso, comparsa di minuscole macchie rosse sulla pelle).

I vantaggi della chemioterapia

L’obiettivo della chemioterapia è ridurre l’estensione della malattia, eliminare gli eventuali sintomi presenti e migliorare la qualità della vita.

I controlli durante la chemioterapia

Durante il trattamento chemioterapico, l’oncologo medico richiede degli esami di laboratorio e strumentali (tra cui PSA, testosterone, TC, Scintigrafia ossea) per verificare se la ma49 lattia regredisce, progredisce o rimane stabile. In base al risultato verrà deciso se proseguire o interrompere la somministrazione del farmaco utilizzato.
Spesso si sente parlare della chemioterapia come dell’ “ultima spiaggia”; in realtà, il paziente candidato alla chemioterapia è un paziente che non risponde più al trattamento ormonale, essendo diventato “resistente alla castrazione”. In questi casi la chemioterapia offre, buone chance terapeutiche, riducendo o rendendo stabile il PSA e le lesioni metastatiche in molti casi e controllando i sintomi tumore-correlati.

Gli interrogativi più frequenti

“A causa della chemioterapia mi cadranno i capelli?”
Non tutti i farmaci chemioterapici causano l’alopecia - il termine scientifico che indica la caduta dei capelli. Purtroppo, il docetaxel, farmaco largamente adoperato nel tumore prostatico, può causare tossicità alle unghie, ai peli e ai capelli, con conseguente alopecia parziale o totale in molti pazienti.
“Potrò condurre una vita normale durante la chemioterapia?”
Compatibilmente con gli effetti collaterali che i farmaci potrebbero causare, i pazienti sottoposti a chemioterapia possono svolgere le normali attività quotidiane, stare a contatto con adulti e bambini e coltivare i propri hobby.
“Per quanto tempo dovrò fare la chemioterapia? E quanto dura un ciclo?”
La chemioterapia viene effettuata di solito sotto forma di diversi cicli di trattamento. A seconda del farmaco o della combinazione di farmaci somministrata, ogni ciclo può avere diversa durata. Generalmente tra l’inizio di un ciclo e l’inizio del successivo è previsto un intervallo di tre settimane. Il numero totale di cicli di chemioterapia dipende soprattutto dalla risposta del tumore al trattamento e dalla tollerabilità (comparsa di effetti collaterali).
Solitamente la durata è di alcuni mesi. Periodicamente è necessario eseguire esami ematochimici ed esami strumentali al fine di verificarne l’efficacia. Sulla base dei risultati di tali esami è possibile modificare il piano di trattamento. La chemioterapia viene generalmente effettuata in ospedale in “day hospital”. In alcuni casi è necessario un ricovero di breve durata.

I radiofarmaci

Alpharadin (cloruro di radio-223) è un radio-farmaco con emissione di radiazioni alfa (contenente un nuclide che emette particelle alfa) svi51 luppato in pazienti con tumore alla prostata e metastasi ossee.
Questo prodotto simula il metabolismo del calcio nelle ossa, e ha come bersaglio le aree ad elevato turnover osseo all’interno e intorno alle metastasi ossee.
Il farmaco è stato di recente immesso in commercio anche in Italia, ed è indicato in presenza di malattia metastatica ossea con sintomi (dolore).

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Europa Uomo Italia ONLUS è il Forum Italiano del Movimento europeo Europa Uomo - The voice of Men with Prostate Cancer in Europe -, costituito da 27 Paesi, dedicato al raggiungimento dei 10 obiettivi del Manifesto per la prevenzione, la diagnosi e la cura del tumore della prostata.